CRESCERE CON IL CINEMA

Il cinema può offrire crescita? O è ormai solo intrattenimento, un trastullo per passare i vuoti di tempo tra un impegno e l’altro, per distrarsi dai problemi della vita quotidiana? Il cinema è anche questo, ma soprattutto può essere molto di più. Così tanto di più che qui mi concentrerò solo su un aspetto: il cinema come strumento didattico.

Il cinema può essere educativo sotto molti punti di vista. Le tematiche sono il primo caposaldo con cui un film può insegnare valori importanti di convivenza civile, di educazione emotiva, morale, di rispetto per l’altro, di riflessioni su grandi temi storici e sociali (spesso molto attuali). Una lezione di storia sulla Shoah in classe può essere coinvolgente, può fornire molti dati, può inserire nel contesto storico quei tragici avvenimenti. Ma un film come Schindler’s List (Steven Spielberg, 1993), Il pianista (Roman Polanski, 2002) oppure La vita è bella (Roberto Benigni, 1997) e La zona d’interesse (Jonathan Glazer, 2023) possono donare ulteriore significato, aprire un dibattito, legando le vicende dei personaggi dei film, a volte inventati e altre volte tratti da figure realmente esistite, agli avvenimenti accaduti realmente.
Grazie al cinema si possono avvicinare molte più persone a tematiche che altrimenti rimarrebbero confinate nella nicchia degli appassionati, o nei trafiletti più brevi e in fondo alla pagina dei giornali perché non fanno notizia. Si può dare voce a persone o a gruppi di persone in difficoltà, che hanno bisogno di aiuto. Attirare l’attenzione su di loro. Vorrei portare un esempio in particolare.
Si possono offrire punti di vista differenti, personali e universali allo stesso tempo. Pensate ai vostri film preferiti, quelli che hanno lasciato una traccia dentro di voi, quelli che riguardate per tornare in un luogo sicuro e a voi caro, quelli che guardate per riflettere sulla vostra vita sapendo che vi daranno coraggio, che vi ricorderanno la strada che avete scelto di seguire. Quei film non solo risuonano in voi, ma hanno anche acceso domande, dubbi, che vi hanno fatto riflettere, emozionare. Dubbi che vi hanno fatto crescere, che vi hanno fatto sviluppare non solo un gusto personale ma anche un idea di vita, intersecandosi con la vostra unica ed esclusiva esperienza personale, incrociando per la prima volta la vostra strada in un momento specifico del vostro cammino.

La comprensione di un nuovo linguaggio è un altro livello di crescita e formazione che il cinema offre agli spettatori. Difatti non è automatico che la comprensione di un testo
scritto significhi anche avere la capacità di comprendere un testo audiovisivo. Ancora di più pensando a quanto sia particolarmente diffuso l’analfabetismo funzionale nella lettura di un testo scritto, a cui veniamo educati sin dalle scuole elementari (in Italia si parla del 35%).
Cosa significa comprendere il linguaggio cinematografico? Significa comprendere il significato dell’opera audiovisiva tramite le immagini, le parole, le musiche, i rumori. Significa anche entrare in profondità nella mente del regista che ha combinato tutti questi elementi nel lavoro con la troupe e il cast di attori, per dare una forma coesa e con una precisa direzione a un amalgama eterogeneo di idee, abilità, seguendo la sua visione dell’opera.
La differenza di luce o inquadratura di una scena non è solo una questione estetica, ma anche di significato: usare una soggettiva, oppure la macchina a spalla invece del carrello, sono tutte scelte registiche che veicolano significati specifici.
L’esperienza in sala non si esaurisce una volta usciti alla fine della proiezione, ma continua nel confronto con amici, parenti, compagni, colleghi e insegnanti. Entra nelle nostre vite, inesorabile. Rivediamo le azioni di personaggi con cui abbiamo instaurato un legame profondo, ci paragoniamo a loro, a volte desideriamo riuscire a essere come loro. È uno strumento di crescita che ci accompagna tutti i giorni.

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